mercoledì 24 giugno 2009

La Mia Prima mostra collettiva...


Il 3 - 4 - 5 Luglio il Forte Prenestino si trasformerà nella più grande galleria fotografica di Roma.
Più di 150 le mostre in esposizione con grande varietà di temi, tecniche e stili.

Ci sarà una collettiva, a cura di Maristella Campolunghi, per la celebrazione dei 100 anni del Futurismo.
Sono stati invitati 40 fotografi a creare, secondo la propria visione, la realtà artistica legata a quel periodo.
Le opere ritraggono la filosofia multiforme del Futurismo, nelle tracce estetiche di questa importante avanguardia storica italiana il cui ancora aleggia, come una chimera, nelle più innovative indagini del Ventesimo Secolo.

I fotografi sono: Andrea Bevilacqua, Teresa Bianchi, Pietro Bocchini, Piero Bottali, Giuliano Brandoli, Laura Campo, Maristella Campolunghi, Eugenio Cannilla, Franco Cannilla,Matteo Carbone, Afio Catania, Patrizia Cau, Annalisa Ceolin, Maurizio Chelucci, Maurizio Cintioli , Verena D’Alessandro, Riccardo De Antonis, Patrizia Dottori, Mario Di Salvo, Paola Di Giovanni, Stefania Errore, Fulvio Faraci, Edoardo Fornaciari, Maria Korporal, Gianni Loperfido, Franco Mancini, Massimo Mazzorana, Gianni Mele, Melania Messina,GUIDO NARDACCI, Marco Natale, Angelo Palumbo, Osvaldo Pieroni, Pino Rampolla, Benedetta Scatafassi, Stefano Scipioni, Giancarlo Rado, Giulia Robinson, Ramona Vada, Paola Zucchello.

"la fotografia di un paesaggio, quella di una persona o di un gruppo di persone, ottenute con un'armonia, una minuzia di particolari ed una tipicità tali da far dire: "sembra quasi un quadro" è cosa per noi assolutamente superata"


Ma la tre giorni del Forte sarà molto altro ancora: un denso programma contenente workshop, incontri, proiezioni fotografiche, cinema, documentari, spettacoli di danza e concerti.
Questa è la mia fotografia dal titolo "nei meandri " che partecipa alla mostra!

martedì 23 giugno 2009

Storia e arte in fotografia part 1





Con l'invenzione della calotipia ad opera di Sir william henry fox talbot possiamo far iniziare la storia della Fotografia Moderna; Grazie ad una brillante intuizione e all'uso combinato di materiali fotosensibili , ideo il procedimento negativo positivo e rese possibile la riproduzione infinita delle immagini , cosa allora impossibile con il dagherrotipo, che invece usava lastre di rame cosparse di un sottile strato d'argento; rendendo di fatto pezzi unici e non riproducibili ogni lastra impressionata. Con Fox Talbot si fece un enorme passo avanti verso il riconoscimento a mezzo artistico della fotografia.
Il suo fu il primo libro illustrato di fotografie.
The Pencil of Nature raccoglie i più famosi paesaggi scattati nei dintorni di Lacock Abbey ed alcuni dei primi negativi realizzati; Ciascuno scatto era accompagnato da una o due pagine di commenti ed indicazioni sulla realizzazione del calotipo.
Fin dall'inizio, la fotografia o per meglio dire l'antenata di questa , la camera obscura, era al servizio del pittore, che la usava per riprodurre fedelmente i paesaggi grazie al principio del foro stenopeico. Questo asservimento alla regina della riproduzione, la Pittura, rese per lungo tempo la fotografia un vile mezzo riproduttivo scevro da ogni velleità artistica.
Gran parte della comunità artistica dell'epoca si scagliò contro la fotografia; Balzac ad esempio elaborò la teoria degli spettri, secondo la quale il dagherrotipo staccava uno degli spettri che formavano gli strati del corpo.
Baudelaire paventò la corruzione e la scomparsa dell'arte se la fotografia si fosse sostituita ad una delle sue funzioni!
Fu così che molti fotografi si misero a servizio dei pittori; Allo stesso tempo nasceva una corrente autonoma detta pittorialismo,con la quale la fotografiacercava di elevarsi allo stato di arte maggiore. Lo stato della cultura visiva dell'uomo dell'ottocento rispondeva a canoci prettamente pittorici, e proprio in questa direzione andarono i pittorialisti realizzando in studio grandi messe in scena ispirate alla letteratura ed alla poesia.Esponenti di rilievo furono Octavius Hill, Robert Adamson.
Memorabile l'opera “Le due strade della vita” di Oscar Rejlander, dove figure messe in posa rappresentavano allegoricamnte vizi e virtù.
Questo fu forse uno dei primi casi di fotoritocco, in quanto fu realizzato con più scatti poi combinati insieme.
Un'altra caratteristica dei pittorialisti era quella di realizzare immagini non perfettamente a fuoco caratterizzata da un aura di romanticismo che rimandava alla pittura.
Rendendosi conto dell'impossibilità di battere la fotografia sui ritratti la fotografia sviluppòman mano nuove tecniche e sfruttò la fotografia come studio preliminare delle proprie opere.
Vi furono pittori che scattarono foto a modelli sulle quali poi elaborarono i loro dipinti, portandoli a studiare ed approfondire lo studio degli effetti della luce sul soggetto.Ricreando effetti luminosi con semplici macchie ad imitazione dei calotipi.
Ciò porto gli artisti all'aperto, lontano dagli atelier per catturare dal vivo e ricreare quegli effetti quasi retinici.
Per un periodo vi fu il paradosso dei fotografi chiusi negli studi e i Pittori che dipingevano all'aperto.Nonostante l'affermazione della corrente pittorica dell'impressionismo, i pittori iniziarono un processo di ricercache li portò a travalicare i limiti stessi della ricerca e ala scomposizione e rielaborazione di essa, dando vita alle correnti della pittura moderna quali l'espressionismo ed il cubismo.

giovedì 18 giugno 2009

E' lecito il fotoritocco?


Ogni giorno, presunti tuttologi dissertano di tecnologie varie utilizzando a sproposito parole come "photoshop"!
In altri stati cominciano a domandarsi se sia lecito avvisare con didascalie quando le foto sono ritoccate! A questo punto la domanda che mi pongo è questa: é lecito l'utilizzo del fotoritocco? e fino a che punto si può ritenere una foto reale e non truccata?
Cominciamo a dire che le fotografie venivano ritoccate già agli albori della sua nascita; Tanto che c'è una corrente fotografica (i Pittorialisti) che ne facevano largo uso.
Si correggeva un negativo in camera oscura e lo si fa ora sul file digitale in camera chiara.
Vengo dalla fotografia argentica e da questa ho imparato a riflettere prima di scattare, a ricercare lo scatto buono in macchina. Con il digitale il mio approccio non è cambiato ho solo più controllo sul risultato finale perchè sono io, con lightroom che sviluppo il negativo(raw).C'è poi da chiedersi se sia giusto sfinare i fianchi, ingrandire il seno o allisciare la pelle con il fotoritocco; Penso che se il significato, il messaggio non venga alterato non ci sia nulla di male; Fa forse più male una didascalia ben indirizzata , che può stravolgere il messaggio originario.
E' evidente ad ogni modo che la tecnologia ci dia una grande mano, ma mentre una bella foto ne trarrà giovamento, una brutta foto rimarrà una brutta foto!

(per questo scatto ho usato uno pseudo hdr per recuperare le ombre ed avere una maggiore gamma dinamica)

sabato 13 giugno 2009

La biblioteca delle immagini mai viste


L'immagine pura...
secondo me smette di esserlo, non appena viene vista; Ciascuno di noi, con la sua storia, la sua esperienza, i suoi pregiudizi, inquina la scena che osserva e ne dà una connotazione ed un significato personale.
Non credo che questo sia un male, anzi, la fa sua.
E questo è vero sia in fotografia, sia nella vita; l'uomo diventa impuro, contaminato non appena viene al mondo e lo diventa sempre piùman mano che fa esperienze, che acquisisce conoscenze, che si confronta e che ingloba le esperienze e le conoscenze altrui!
Questo post ha preso spunto da un editoriali di sandro iovine su "IL Fotografo" rivista del settore