domenica 18 ottobre 2009

andrzejdragan






Mi piace ricordare le cose a modo mio. E come le ricordo non coincide necessariamente con il modo in cui realmente erano quando accaddero')...
questo è il pensiero che in modo inequivocabile descrive la personalità di Andrzej Dragan!
La sua è una "fotografia" macabra, gotica, noir.
Un essere controverso Dragan, bizzarro connubio di rigorosa razionalità scientifica e smaliziata sperimentazione creativa.
Si dà l'aria di snobbare Arte e letteratura, ma che è capace di impiegare anche un intero mese intorno ad un'unica immagine, ritoccandola fino a raggiungere il risultato immaginato.la riconoscibilità del soggetto e l'eventuale rivelazione di elementi dell'indole interiore - non sono certo in cima alla lista delle priorità espressive di Dragan: ogni naturalismo è abbandonato (o meglio: esasperato, a favore di un iper-realismo sconcertante) al fine di tradurre in immagine le fantasie germinate intorno al "lato oscuro" di un determinato volto o personalità;In sostanza, Dragan prende in prestito fattezze altrui per ricamarci sopra, con indubbia maestria, le tortuose impronte dei suoi incubi privati;
Anche la fotografia non è per lui fondamentale, ma mezzo base per poter tirare fuori dalle sue elaborazioni il risoultato voluto; Qui la fanno da padroni i soggetti scelti con cura per esprimere la sua nera visione.
Sono rimasto affascinato da Dragan, sconcertato anche; Io che amo l'arte, la letteratura e sopratutto la Fotografia; Ma non posso fare a meno di amare ed ispirarmi a tanta precisione stilistica.
Non mostrerò qui i sui lavori, per altro visibili sul suo sito: http://andrzejdragan.com/
Ma ilmio lavoro di ricerca ispirato a questo genio controverso...
Tutte le foto di questo post sono mie e spero contribuiscano a far conoscere un personaggio veramente geniale!

lunedì 31 agosto 2009

hdr




Con l'hdr possiamo superare i limiti di gamma dinamica della nostra reflex e riuscire ad avere una perfetta leggibilità sia nelle ombre che nelle alte luci.
Qui ho voluto dare un'interpretazione meno realistica e più pittorica ad alcuni scorci di Genova.

Ma cos'è l'HDR ?
per la spiegazione mi affido alle parole chiare e semplici di Vittore Buzzi http://www.vittorebuzzi.it di cui ho avuto modo di apprezzare la grande professionalità; sul suo sito trovate l'articolo completo e tante altre cose utili; Lo ringrazio per la disponibilità:
L' HDR, acronimo di High Dynamic Range, è una tecnica utilizzata in computer grafica e in fotografia per consentire che i calcoli di illuminazione possano essere fatti in uno spazio più ampio (un high range appunto) e si possano rappresentare valori di illuminazione molto alti o molto bassi.Le tecniche HDR sono fondate sulla natura fisica della luce. Per i calcoli si utilizzano le stesse unità di misura della fotometria, dove, per esempio, al sole viene assegnato un valore di luminosità milioni di volte più grande di quello del monitor del personal computer.



L'HDR dà la possibilità di immortalare una scena avendo poi il totale controllo sull'immagine finale; ad esempio è possibile esporre nuovamente la foto, correggendo o perfezionando il risultato finale.



Per i fotografi si aprono nuove possibilità, basta guardare qualche piccola foto per capire le grandi potenzialità dell'HDR. La gestione di questa tecnica inventata da Paul Debevec e codificata in file da Gregory Ward si è affacciata alla ribalta con l'avvento di Photshop CS2 che permetteva di generare e gestire file in formato HDR da una serie di scatti multipli esposti in maniera diversa.



Successivamente la comparsa di programmi come Photmatix ha reso l'HDR più vicino a tutti e la moda è dilagata soprattutto fra i fotoamatori.
Raggiungere risultati professionali però non è assolutamente semplice perché l'HDR da si risultati strabilianti ma lascia dietro di se alcune tracce. Infine l'avvento della nuova generazione di computer permette tempi di lavorazione più umani che con file a 16 e 32 bit si allungano a dismisura.



Quindi se si vogliono foto con dettagli impensabili e con una separazione tonale e delle luci incredibile non ci resta che utilizzare l'HDR.

mercoledì 24 giugno 2009

La Mia Prima mostra collettiva...


Il 3 - 4 - 5 Luglio il Forte Prenestino si trasformerà nella più grande galleria fotografica di Roma.
Più di 150 le mostre in esposizione con grande varietà di temi, tecniche e stili.

Ci sarà una collettiva, a cura di Maristella Campolunghi, per la celebrazione dei 100 anni del Futurismo.
Sono stati invitati 40 fotografi a creare, secondo la propria visione, la realtà artistica legata a quel periodo.
Le opere ritraggono la filosofia multiforme del Futurismo, nelle tracce estetiche di questa importante avanguardia storica italiana il cui ancora aleggia, come una chimera, nelle più innovative indagini del Ventesimo Secolo.

I fotografi sono: Andrea Bevilacqua, Teresa Bianchi, Pietro Bocchini, Piero Bottali, Giuliano Brandoli, Laura Campo, Maristella Campolunghi, Eugenio Cannilla, Franco Cannilla,Matteo Carbone, Afio Catania, Patrizia Cau, Annalisa Ceolin, Maurizio Chelucci, Maurizio Cintioli , Verena D’Alessandro, Riccardo De Antonis, Patrizia Dottori, Mario Di Salvo, Paola Di Giovanni, Stefania Errore, Fulvio Faraci, Edoardo Fornaciari, Maria Korporal, Gianni Loperfido, Franco Mancini, Massimo Mazzorana, Gianni Mele, Melania Messina,GUIDO NARDACCI, Marco Natale, Angelo Palumbo, Osvaldo Pieroni, Pino Rampolla, Benedetta Scatafassi, Stefano Scipioni, Giancarlo Rado, Giulia Robinson, Ramona Vada, Paola Zucchello.

"la fotografia di un paesaggio, quella di una persona o di un gruppo di persone, ottenute con un'armonia, una minuzia di particolari ed una tipicità tali da far dire: "sembra quasi un quadro" è cosa per noi assolutamente superata"


Ma la tre giorni del Forte sarà molto altro ancora: un denso programma contenente workshop, incontri, proiezioni fotografiche, cinema, documentari, spettacoli di danza e concerti.
Questa è la mia fotografia dal titolo "nei meandri " che partecipa alla mostra!

martedì 23 giugno 2009

Storia e arte in fotografia part 1





Con l'invenzione della calotipia ad opera di Sir william henry fox talbot possiamo far iniziare la storia della Fotografia Moderna; Grazie ad una brillante intuizione e all'uso combinato di materiali fotosensibili , ideo il procedimento negativo positivo e rese possibile la riproduzione infinita delle immagini , cosa allora impossibile con il dagherrotipo, che invece usava lastre di rame cosparse di un sottile strato d'argento; rendendo di fatto pezzi unici e non riproducibili ogni lastra impressionata. Con Fox Talbot si fece un enorme passo avanti verso il riconoscimento a mezzo artistico della fotografia.
Il suo fu il primo libro illustrato di fotografie.
The Pencil of Nature raccoglie i più famosi paesaggi scattati nei dintorni di Lacock Abbey ed alcuni dei primi negativi realizzati; Ciascuno scatto era accompagnato da una o due pagine di commenti ed indicazioni sulla realizzazione del calotipo.
Fin dall'inizio, la fotografia o per meglio dire l'antenata di questa , la camera obscura, era al servizio del pittore, che la usava per riprodurre fedelmente i paesaggi grazie al principio del foro stenopeico. Questo asservimento alla regina della riproduzione, la Pittura, rese per lungo tempo la fotografia un vile mezzo riproduttivo scevro da ogni velleità artistica.
Gran parte della comunità artistica dell'epoca si scagliò contro la fotografia; Balzac ad esempio elaborò la teoria degli spettri, secondo la quale il dagherrotipo staccava uno degli spettri che formavano gli strati del corpo.
Baudelaire paventò la corruzione e la scomparsa dell'arte se la fotografia si fosse sostituita ad una delle sue funzioni!
Fu così che molti fotografi si misero a servizio dei pittori; Allo stesso tempo nasceva una corrente autonoma detta pittorialismo,con la quale la fotografiacercava di elevarsi allo stato di arte maggiore. Lo stato della cultura visiva dell'uomo dell'ottocento rispondeva a canoci prettamente pittorici, e proprio in questa direzione andarono i pittorialisti realizzando in studio grandi messe in scena ispirate alla letteratura ed alla poesia.Esponenti di rilievo furono Octavius Hill, Robert Adamson.
Memorabile l'opera “Le due strade della vita” di Oscar Rejlander, dove figure messe in posa rappresentavano allegoricamnte vizi e virtù.
Questo fu forse uno dei primi casi di fotoritocco, in quanto fu realizzato con più scatti poi combinati insieme.
Un'altra caratteristica dei pittorialisti era quella di realizzare immagini non perfettamente a fuoco caratterizzata da un aura di romanticismo che rimandava alla pittura.
Rendendosi conto dell'impossibilità di battere la fotografia sui ritratti la fotografia sviluppòman mano nuove tecniche e sfruttò la fotografia come studio preliminare delle proprie opere.
Vi furono pittori che scattarono foto a modelli sulle quali poi elaborarono i loro dipinti, portandoli a studiare ed approfondire lo studio degli effetti della luce sul soggetto.Ricreando effetti luminosi con semplici macchie ad imitazione dei calotipi.
Ciò porto gli artisti all'aperto, lontano dagli atelier per catturare dal vivo e ricreare quegli effetti quasi retinici.
Per un periodo vi fu il paradosso dei fotografi chiusi negli studi e i Pittori che dipingevano all'aperto.Nonostante l'affermazione della corrente pittorica dell'impressionismo, i pittori iniziarono un processo di ricercache li portò a travalicare i limiti stessi della ricerca e ala scomposizione e rielaborazione di essa, dando vita alle correnti della pittura moderna quali l'espressionismo ed il cubismo.

giovedì 18 giugno 2009

E' lecito il fotoritocco?


Ogni giorno, presunti tuttologi dissertano di tecnologie varie utilizzando a sproposito parole come "photoshop"!
In altri stati cominciano a domandarsi se sia lecito avvisare con didascalie quando le foto sono ritoccate! A questo punto la domanda che mi pongo è questa: é lecito l'utilizzo del fotoritocco? e fino a che punto si può ritenere una foto reale e non truccata?
Cominciamo a dire che le fotografie venivano ritoccate già agli albori della sua nascita; Tanto che c'è una corrente fotografica (i Pittorialisti) che ne facevano largo uso.
Si correggeva un negativo in camera oscura e lo si fa ora sul file digitale in camera chiara.
Vengo dalla fotografia argentica e da questa ho imparato a riflettere prima di scattare, a ricercare lo scatto buono in macchina. Con il digitale il mio approccio non è cambiato ho solo più controllo sul risultato finale perchè sono io, con lightroom che sviluppo il negativo(raw).C'è poi da chiedersi se sia giusto sfinare i fianchi, ingrandire il seno o allisciare la pelle con il fotoritocco; Penso che se il significato, il messaggio non venga alterato non ci sia nulla di male; Fa forse più male una didascalia ben indirizzata , che può stravolgere il messaggio originario.
E' evidente ad ogni modo che la tecnologia ci dia una grande mano, ma mentre una bella foto ne trarrà giovamento, una brutta foto rimarrà una brutta foto!

(per questo scatto ho usato uno pseudo hdr per recuperare le ombre ed avere una maggiore gamma dinamica)

sabato 13 giugno 2009

La biblioteca delle immagini mai viste


L'immagine pura...
secondo me smette di esserlo, non appena viene vista; Ciascuno di noi, con la sua storia, la sua esperienza, i suoi pregiudizi, inquina la scena che osserva e ne dà una connotazione ed un significato personale.
Non credo che questo sia un male, anzi, la fa sua.
E questo è vero sia in fotografia, sia nella vita; l'uomo diventa impuro, contaminato non appena viene al mondo e lo diventa sempre piùman mano che fa esperienze, che acquisisce conoscenze, che si confronta e che ingloba le esperienze e le conoscenze altrui!
Questo post ha preso spunto da un editoriali di sandro iovine su "IL Fotografo" rivista del settore